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Il castello di Alfonso II

L’opera che rivoluzionò l’aspetto del monumento venne degnamente portata a termine da Alberto Schiatti, che si occupò delle riparazioni e dei danni del disastroso terremoto che colpì Ferrara ed il suo Castello nel 1570. Nel frattempo Alfonso II divenne duca.

Sia l’incendio che il terremoto lasciarono molto da risistemare all’interno degli appartamenti del piano nobile.Il nuovo padrone di casa, figlio di Ercole e della duchessa Renata di Francia, aveva immediatamente posto mano ad un vasto lavoro di ridecorazione.

I tanti saloni, ai quali si erano aggiunti quelli del nuovo secondo piano destinati alla sempre più complessa gestione amministrativa del territorio, vennero ampiamente rinnovati (sono noti interventi nei Camerini Dorati, nella Sala del Governo).

Alfonso decise di chiamare l’architetto Pirro Ligorio, che aveva dato prova di se alla famiglia lavorando in villa d’Este a Tivoli per il Cardinale Ippolito, con l’intento di rendere la residenza estense prestigiosa agli occhi del Duca, della corte e del mondo. L’opera di arricchimento artistico si fece sistematica e qualificata secondo un preciso programma decorativo e contenutistico di alto livello.

In quell’epoca lavorarono in Castello come pittori Girolamo Bonaccioli, Ludovico Settevecchi, Leonardo da Brescia e Sebastiano Filippi detto il Bastianino.

Si acquistarono opere e sculture per l’Antiquarium ,si riorganizzarono gli appartamenti, i Camerini e le Gallerie, si affrescò l’appartamento dello Specchio, si decorò la Cappella Ducale e si decorò in veste rinascimentale il cortile.

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