Il giardino e la loggia degli aranci

Nel Rinascimento Ferrara era famosa per i suoi giardini, creati ad imitazione di un ideale edenico aggiornato secondo i canoni della cultura cortese e cavalleresca. Boschi, grotte, montagne, geometrie di siepi, aiuole odorose, giochi d’acqua avevano trasfigurato il paesaggio attingendo a tutte le risorse delle arti e della tecnica.

 

L’attenzione degli Estensi per i giardini trova invece le sue radici profonde nella volontà di rappresentazione del potere ducale.
Il giardino come simbolo di natura pacificata, di luogo dove si esercita un magico controllo sugli elementi, allude alla filosofia di governo estense, incentrata sulla valorizzazione del territorio.
Attraverso il giardino l’immagine della corte viene portata all’esterno dei palazzi e, con essa, l’ideale di magnificenza che gli Estensi intendevano comunicare.
Per chi arrivava a Ferrara lungo le vie d’acqua il primo approdo era l’Isola di Belvedere, una raccolta di meraviglie con raffinate architetture, prati verdi irrorati dall’acqua di una fontana in forma d

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