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La sala dell'Aurora

In questa sala si celebrava, come era in uso nelle dimore aristocratiche italiane fin dalla fine del Quattrocento, l’andamento del tempo e il funzionamento dell’Universo.
Essa costituiva il fulcro dell’Appartamento dello Specchio, voluto da Alfonso II e progettato, nelle sue dotte e peculiari iconografie, dall’antiquario di corte Pirro Ligorio (1500 ca.-1580).
Una lettera di Ligorio del 1574 sembra indicare la data di conclusione dei lavori nell’Appartamento, anche se una serie di documenti permette di precisare modalità dell’esecuzione e di risolvere qualche problema attributivo.
Nella stanza dell’Aurora, tradizionalmente ascritta alla bottega dei Filippi, va infatti ravvisato l’intervento di Ludovico Settevecchi (Modena 1520?-Ferrara 1590), pagato dal febbraio al maggio del 1574, e di Leonardo da Brescia (doc. 1556-1598), a cui vengono saldati gli ornati nel febbraio del 1575.
Ludovico Settevecchi si qualifica quindi come uno dei più assidui collaboratori di Bastianino, anche se ne interpreta le idee in maniera più monotona; nel soffitto della Sala dell’Aurora la tessitura coloristica induce infatti a distinguere l’operato di Bastianino negli scomparti del Tempo, dell’Aurora e della Notte, per la presenza dei gialli e dei verdi luminescenti e squillanti, dal resto della decorazione, da riferire a Settevecchi.
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